Partiamo da questa domanda.
Come si traduce un problema geometrico nel linguaggio dell’algebra?
Ogni problema relativo ad una costruzione geometrica è del
seguente tipo:
dato un certo insieme di segmenti a,b,c,...si chiede di
costruire uno o più segmenti x,y,....
Supporremo per semplicità che ci si chiede di
determinare soltanto un segmento x
( si può trattare di x come somma, o prodotto,
o rapporto di a,b,c, e così via)
La costruzione geometrica equivale al problema algebrico di determinare una
relazione (equazione) tra la quantità richiesta x e le quantità assegnate
a,b,c, segmenti, ad esempio. Indi si deve trovare la x risolvendo questa
equazione. Infine si deve stabilire che si può ottenere questa soluzione con
procedimenti algebrici che corrispondano a costruzioni geometriche con la riga e
il compasso.
Dati ad esempio due segmenti a e b, sappiamo costruire
X=a+b,
X=a-b,
X=k*a,
X= a/b
X= a*b.
Tutte le operazioni razionali algebriche, cioè, addizione,
sottrazione, moltiplicazione e divisione, possono essere eseguite mediante
costruzioni geometriche e le quantità che si ottengono costruiscono un
campo di
numeri,generato da a e da b, che possiamo chiamare costruibili.
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L’estrazione di radice quadrata
è la nuova operazione, decisiva, che ci
conduce fuori dal campo ottenuto. Sappiamo costruire Ö
a con la riga e il compasso . Dunque anche alcuni numeri irrazionali, come Ö
a, sono costruibili.
Allora sono costruibili tutti quelli del tipo h+kÖ
a, e la somma, la differenza, il prodotto, il rapporto, e la radice di radice di questi numeri,
allargando sempre più il campo dei numeri costruibili.
Sono allora numeri
costruibili quelli e soltanto quelli che si possono ottenere con una successione
di campi estesi del tipo introdotto, che definiremo radicali quadratici
Ad esempio è costruibile:
Torniamo allora al nostro problema. E’ costruibile 3Ö
2?
Supponiamo che lo sia.
Allora dovrà essere del tipo
h+kÖ
a,
certamente costruibile. Ora è facile dimostrare che:
se h+kÖ a
è soluzione di x3
–2=0, lo è anche h-kÖ a.
Ma ciò
non è possibile, perché l’equazione ammette, come è noto, una sola radice
reale e due
complesse.
Dunque siamo giunti a un assurdo, pertanto il nostro 3Ö
2, lato del cubo di volume doppio, non è costruibile con riga e con
compasso.
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Si deve al matematico
Peterson questo interessante risultato:
Condizione necessaria, ma non
sufficiente, affinché un'equazione algebrica sia risolubile per radicali
quadratici è che il suo grado sia una potenza del due.
La condizione, naturalmente, non è sufficiente. Nel
secolo sedicesimo i matematici avevano inventato metodi per risolvere
equazioni di terzo e di quarto grande mediante radicali quadratici.
Sembrava naturale estendere questi metodi alle equazioni di grado
successivo. Ma tutti i tentativi fallirono, sino a che l'italiano Ruffini
e il genio norvegese Abel, alla fine del '700, dimostrarono la
impossibilità
di risolvere l'equazione algebrica di grado n per mezzo di radicali,
ovvero solo per mezzo di operazioni razionali e di
estrazioni di radici.
Gauss, nella ricerca della soluzione, scoprì ad
esempio che si possono costruire i poligoni di p lati solo se p è un
numero primo di Fermat, del
tipo:
p=22n
+1
quindi di 3, di 5, di 17, di 257..lati. Aveva 17 anni!
Non a caso il monumento a Gauss a
Gottinga ha un piedistallo che ha la forma di un poligono regolare di 17
lati! |
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