L'età eroica della matematica
Il Quinto secolo Avanti Cristo fu un periodo cruciale nella storia della civiltà occidentale. Iniziò con la disfatta degli invasori persiani e si concluse con la resa di Atene a Sparta. Tra questi due avvenimenti si estende l'età di Pericle, contrassegnata da grandi capolavori nella letteratura e nell'arte. La prosperità economica e l'atmosfera intellettuale di Atene durante quel secolo attrassero scienziati e studiosi da tutte le parti del mondo greco, portando alla realizzazione di una sintesi di mentalità diverse. Ad Atene si incontravano seguaci di vecchi e nuovi indirizzi di sapere e dominava un audace spirito di libera indagine, che qualche volta veniva in conflitto con istituzioni e idee consolidate dalla tradizione.

La scienza greca affondava le sue radici in un interesse squisitamente intellettuale che spesso viene contrapposto ad altri indirizzi utilitaristici. E' il desiderio di conoscenza che muove gli uomini e che li spinge ad affrontare i problemi di cui parleremo. Se non si coglie questo contesto, questa tensione quasi filosofica a risolvere i problemi che la scienza pone, non si può capire perché intorno ad essi si sono appassionate tante menti straordinarie.

Si parla di età eroica della matematica giacché raramente, prima o dopo di tale periodo, uomini così sprovvisti di mezzi hanno affrontato problemi matematici di importanza così fondamentale. Va detto che l'attività matematica fiorì un pò dappertutto nelle regioni affacciate sul Mediterraneo.

Sette furono gli scienziati che produssero formidabili mutamenti:

Archita di Taranto

Ippaso di Metaponto

Democrito di Abdera, in Tracia

Ippia di Elide

Ippocrate di Chio

Anassagora di Clazomene

Zenone di Elea

Alcuni di essi si appassionarono ai problemi di cui parleremo