Il nostro caro anti-eroe Commissario Melillo alla sesta tappa del
suo viaggio, un viaggio immaginario e reale allo
stesso tempo, nel ventre profondo
di una citt di provincia , sempre pi provincia di un Impero in decadenza sempre meno citt intesa come comunit
civile
LAvellino de IL CONFINE DELLOBLIO quella di met anni 80 , a
ridosso di un terremoto che ,oltre le devastazioni urbane e materiali , scoperchia impietosamente le lacerazioni di un tessuto
sociale gi debole . Sono anni in
cui appare chiara la direzione impressa da una tragedia collettiva che
ha fatto arrivare fiumi di denaro pubblico , in gran parte confluiti
nell edilizia ricostruttiva ed infrastrutturale che ha spesso fatto tabula
rasa dei luoghi della memoria e della convivenza (i cortili ad esempio) ,
ispirata solo da un istinto di accaparramento vandalico , avallata da politici
mediocri e corrotti che traggono linfa per un consenso distorto, da
tecnici voraci cui una
normativa emergenziale ha dato poteri senza controllo
Melillo stanco , pochi mesi lo separano dalla pensione , si sente ormai quasi un estraneo proprio in quelle stanze della Questura
che per decenni lo avevano visto protagonista come detective tenace e rigoroso.
Anche in quelle Istituzioni per cui ha speso una vita , fino alla mortificazione di unesistenza al minimo, alberga un clima pesante, di diffidenze, gelosie
, aneliti di carrierismo che rende le persone disponibili al peggiore
compromesso. Un cancro , lento ma
inesorabile, sembra divorare ogni residuo
di dignit sociale.
Eppure Melillo non desiste , anche perch succede qualcosa : la scomparsa di una ragazza della cd
Avellino bene, la morte sospetta (omicidio o suicidio?) di un faccendiere,
losco mediatore per conto del politicante pi in vista della citt, episodio
questultimo , non a caso , fatto accadere
nella finzione narrativa in uno dei luoghi simbolo del declino urbano;
il fiuto del nostro protagonista lo porta a credere che dietro ci sia qualcosa
di grosso. Un anelito irrefrenabile per la giustizia , lavversione per ogni forma di
sopraffazione, il profondo
odio-amore per la sua citt
inducono Melillo a riprendere il suo posto in prima linea e farsi
assegnare lindagine .
I due episodi apparentemente
distinti , cominciano ad
incrociarsi in un percorso che
rivela un intreccio di turpitudine privata e malaffare
pubblico , dove sullo sfondo appare una citt sempre pi sfaldata tra il
degrado di una periferia senza centro e un centro sventrato nella sua identit
storica , deturpato prima dal sisma
poi dalla barbarie di una classe
dirigente rapace (termine non riferito solo ai politici, perch classe
dirigente ogni centro di responsabilit ) favorita dallinesistenza di anticorpi
di una pressoch inesistente
societ civile.
Melillo per non
completamente solo nella sua ennesima avventura ; non cՏ solo il suo fido
ex-collaboratore Gaetano (che si ritirato dalla Polizia ed ora aggiusta
computer) e la discreta presenza di
Lucia (unica in grado di dare a Melillo momenti di pudica tenerezza) : un
barlume di speranza viene soprattutto da due giovani , Francesca , che sceglie
un percorso di emancipazione personale , armata della sua macchina fotografica , non tanto per documentare un evidente
catastrofe civile, quanto per ritrovare se stessa attraverso locchio della
videocamera; proprio questa documenta un episodio di inenarrabile squallore che
dar una svolta decisiva allinchiesta ; poi cՏ Marco , che dal quel maledetto
23 novembre sembra aver semplicemente rinunciato a vivere , il cui unico contatto
col mondo esterno una finestra che affaccia sulle scale delle Poste Centrali
, quasi uno sguardo privilegiato sulle miserie degli uomini. Marco decide poi
di uscire dal suo guscio , per cercare Francesca ,con cui fino ad allora aveva
solo un contatto telefonico, lunica in grado di comprendere le sue aspirazioni e con cui intuisce di poter instaurare
un legame profondo che dia finalmente senso ad unesistenza altrimenti
insopportabile.
I due giovani , per , per
ritrovare il senso perduto delle proprie esistenze, dovranno recidere ogni legame con il
contesto da cui provengono, mostrando che solo dai margini si pu trovare il riscatto e lemancipazione
da un mondo al crepuscolo; in presenza di una borghesia( ma definirla tale sarebbe un
complimento!) che ha ormai
rinunciato ad ogni ruolo, sia pure esso
di conservazione sociale, diventando ormai , pasolinianamente
, malattia mortale,i propri figli non possono che
rivoltarsi contro il pensiero calcolante per trovare alternativa alla morte
civile , allencefalogramma piatto
Ma anche le figure minori del romanzo (penso alla povera Rita, che poi personaggio
minore non , allanziana Consiglia
) sono tratteggiate con
sapienza narrativa dalla penna di
Festa che rende ogni personaggio a suo modo memorabile
Anche stavolta Melillo compie il suo dovere ; non pretende di offrirci
la Verit ma di percorrere fino in fondo il percorso che porta ad essa ,
anche quando sembra impossibile raggiungerla, anche se non si raggiunge;
questo che pu ridarci la dignit perduta , sta a noi raccogliere il suo
testimone nella pratica quotidiana , altrimenti saremmo lettori distratti
dellennesima voce nel deserto .
Il noir, in questo caso il noir
di provincia, ormai una
chiave di lettura della realt , in grado , paradossalmente , di darci qualche
lume sul presente , in un Paese in
cui sempre pi la parte oscena (in senso etimologico) della storia recente
sembra prevalere e determinare le nostre vite , a dispetto delle imposture della narrazione del
pensiero dominante ; in esso Franco Festa conferma di aver
trovato la cifra stilistica pi coerente con limpegno intellettuale che da
sempre lo contraddistingue, la dimensione giusta per la propria indignazione ; il rigore e la pietas con cui cesella storie e
personaggi ce lo rendono estremamente simpatico; gli diciamo grazie per questo
e , se condividete la mia proposta, dovremo chiedergli di richiamare Melillo
anche dopo la pensione.