Ne Il
romanzo poliziesco. Un trattato filosofico, scritto tra il 1922 e il 1925 e pubblicato
postumo nel 1971, Siegfried Krakauer teorizza la
dignit letteraria del cosiddetto libro giallo, il noir francese o il
mistery inglese. Muovendo dallassunto che la moderna societ tecnico-industriale,
dominata dalla ratio
utilitaristica della borghesia capitalistica, ha perso il senso del mistero,
del sacro e del divino e si trasformata in una societ degradata, de-realizzata,
lintellettuale dellepoca di Weimar individua nel romanzo poliziesco il genere
letterario che riesce a mostrare il volto autentico di una societ composta
di marionette prive di sostanza. Infatti al mistero della vita delluomo e del
suo rapporto con la trascendenza il nuovo tipo di romanzo sostituisce il
mistero umano, troppo umano di uno o pi omicidi, che il detective risolve scoprendone
lautore e, con esso, il segreto nascosto in uomini insignificanti.
Ne Il
confine delloblio di Franco Festa (edito da Mephite
qualche mese fa, pp. 259, euro 13), lontologia negativa del romanzo poliziesco
conosce una curvatura in senso etico-politico: diviene il racconto della caduta
e della degradazione di una citt, Avellino, in cui il sisma del 23 novembre
1980 ha cambiato lanima di tutti, rendendo possibili le cose pi ignobili,
in un contesto sociale caratterizzato da ignavia diffusa, camuffata spesso
dietro un cinismo inutile o una ferocia dolorosa verso i pi deboli. Quella
che Festa innanzitutto racconta, con una scrittura essenziale, dal ritmo
incalzante e coinvolgente, una fase buia quanto decisiva dellimmediato dopo-terremoto
ad Avellino. E accaduto allora che alcuni settori della DC, insieme ai loro
alleati, hanno utilizzato la
ricostruzione, invece che come strumento di sviluppo, per creare un blocco di
potere che, comprendendo soprattutto costruttori, tecnici, affaristi e talvolta
persino la camorra, ha distrutto il volto storico della citt e ha avuto
effetti devastanti sulla mentalit e sui costumi dei suoi abitanti.
Queste torbide
e tristi vicende sono parte consistente del mistery che prende le mosse dalla scomparsa
di una giovane fotografa e dallapparente suicidio del factotum di un deputato
democristiano ras della citt, per dar luogo a una serie di morti violente, tra
cui quella di una povera ragazza alloggiata, con la sua famiglia, in un campo
di prefabbricati leggeri. A indagare, pur essendo vicino alla pensione, il
commissario Mario Melillo, nato dalla penna di Festa grazie a una originale
mistura del senso umano e dellosservazione acuta del commissario Maigret di
Simenon e del tormentato disincanto dellinvestigatore Marlowe di Chandler.
Superando imprevisti ostacoli frappostigli da chi riesce ad avere complici e
sodali persino nella polizia e nella magistratura, Melillo pure questa volta
allaltezza della sua fama di eccellente detective: ricostruisce la verit di
quanto accaduto e ne individua i responsabili. Gli che il nostro
commissario - come colui che lha inventato, che professore di matematica -
ha mente analitica e pronto intuito. Al pari degli altri gialli di Festa, da
Delitto al Corso a Il respiro del male, anche Il confine delloblio ha la
forma di un enigma che si scioglie comprendendo ci che gli sotteso o, pi
esattamente, di una sciarada ben congegnata, che, come dice letimo doppio di
questa parola, una scia-rada che bisogna saper vedere e seguire lungo il suo
tortuoso percorso fino al suo improvviso termine. Ci che per rende unico,
nella produzione letteraria del nostro professore-scrittore, questo romanzo
il fatto che la soluzione dellenigma da parte del nostro commissario pare
proporre un altro enigma, che ha come destinatario il lettore, la sua
intelligenza e la sua sensibilit. Come dire che cՏ un enigma nellenigma.
Quello per cui un momento della storia di Avellino che segu il 23 novembre e fu caratterizzato da un
sistema di potere arrogante, spregiudicato e avvolgente, trova una terribile
quanto compiuta metafora del suo senso in un noir fatto di mancanza del limite
morale, abusi sessuali, omicidi e rinnegamento,
per brama di denaro, dei pi sacri vincoli di sangue. E non un caso che da
questi inferi dellanima, dallabiezione di unumanit disumanizzata, come una Danaide dei nostri giorni o come una Antigone vincitrice e
vinta, cerchi di elevarsi, per salvarci, una donna, di cui Mario Melillo non denuncer
la terribile colpa.
Luigi
Anzalone