Anzalone si curava le ferite. Da Pennetta ad Aurisicchio era stato un lancio di
uova marce, contro la sua proposta di mettere tutto nelle mani di Mancino. Tutti
si erano sentiti offesi da quello scriteriato che voleva risolvere il problema.
Da anni, ormai, D’Ambrosio si alzava con il terrore che De Luca e Sena si
fossero dimessi. " Mica lo fanno per davvero?", telefonava in giro e
non trovava pace se non gli garantivano che non avevano nessuna intenzione di
farlo. Era quella l’unica salvezza per molti. Finché c’era quella favoletta
da raccontare, quella secchia bucata da rapire, essi potevano continuare a
dormire sui loro cuscini, ad amministrare le loro piccole rendite, a vendere
fumo. "Lunga vita a De Luca e Mario Sena!", cantavano la mattina i
diessini alla D’Ambrosio e i demitiani, e si accingevano a rilasciare le
solite focose dichiarazioni di guerra al cattivo nemico, che consentiva loro
allegramente di sopravvivere.