Laudicina vedeva oltre il mare. Negli ultimi anni della sua vita, nelle lunghe
passeggiate sul lungomare di Trapani, doveva essergli tornato spesso davanti
agli occhi il ricordo dei giorni di Avellino nel ‘43. Allora, giovane
ufficiale medico in servizio presso la caserma, era accorso in una città
sconvolta dalle bombe e tradita dalle autorità in fuga, per prestare la sua
opera di soccorso. Allora il coraggio silenzioso di pochi come lui aveva salvato
tante vite. E Avellino, negli anni successivi, gli aveva più volte manifestato
la sua gratitudine. Eppure, nei giorni più scuri d’inverno, quando il rumore
delle onde copriva tutto, o nelle chiare sere d’estate, quando il mare era un
quieto compagno, Laudicina doveva essersi chiesto perché il coraggio di fare
semplicemente il proprio dovere fosse ancora, dopo tanti anni, una merce così
rara e perché la fuga dalle responsabilità e la ricerca del proprio tornaconto
fosse ancora la norma.