Rutelli
era venuto in Campania. Come un’ automobilina telecomandata, i big dell’
Ulivo lo avevano portato in giro per piazze e strade, a vedere le statue e le
fontane con le papere. Un sorriso, un applauso, una pizza e Napoli era stata
conquistata. Poi era stata la volta di Caserta: la reggia, il parco, i
carabinieri a cavallo e anche questa città era stata espugnata. A Salerno lo
aveva atteso il re De Luca. Il lungomare, il Duomo, una fetta di spumone e anche
qui si era consumato un trionfo. Quindi lo aveva preso in consegna Mastella. La
villa comunale, Santa Sofia, un limongello e anche Benevento era passata sotto
il dominio del bello. Infine, sulla salita di Monteforte, al confine tra la
Repubblica Italiana e il feudo di Avellino, i baroni locali si erano azzuffati,
per stabilire chi dovesse prendere il principe consorte sul cavallo. E Rutelli,
come un pacco postale, era stato rispedito a Roma, rinviando ad altra data il
suo tuffo nel medioevo.