Arrivavano gli americani. "I am ‘o sindaco!", aveva detto commosso
Di Nunno, che masticava d’inglese quanto Pucci Bruno di traffico. "Bienvenu!",
aveva aggiunto Maselli, che non perdeva occasione per dimostrare a tutti di
esistere. La troupe degli stranieri era guidata dall’ ex ambasciatore
Petrignani e prometteva investimenti miliardari. Sperando che non fosse un vizio
di famiglia (già il fratello aveva progettato una città per il doppio degli
abitanti) tutti si mettevano in fila, per una foto ricordo. "Qui faremo la
mensa per gli studenti, qui le aule!" garantiva l’ambasciatore, facendo
sgorbi sul foglio, nei quali tutti già scorgevano gli affari del futuro. Poi un
urlo di gioia: " Ancora qui! The Big Brother! Il Grande Fratello! Io
venetti ’44,‘54, ’74,’94 and tu già very big! My brother, my big
brother!" e corse ad abbracciare il presidente Valentino. Tutti agitavano,
tra le lacrime, la bandierina a stelle e strisce.