Si erano bevuti il cervello. Se l’erano smontato, quel poco che era rimasto, l’avevano
versato nel bicchiere e , slurp!, un sorso e via. E avevano pure brindato,
andando in giro con le loro scatole craniche vuote. Il centrosinistra, a pochi
mesi dalle elezioni, si prendeva a schiaffi da solo, si tirava i capelli, si
dava con la testa contro il muro e poi chiedeva: chi è stato? Sul terreno della
scuola, ad esempio, distruggeva il tessuto civile, già riformato e funzionante,
della scuola elementare e media, buttava via esperienze, sentimenti,
professionalità costruite con amore e passione nell’arco di tanti anni, per
un aborto mentale, un palloncino gonfio d’aria fritta chiamato "riforma
dei cicli". In un attimo si metteva contro tutti e apriva uno sterminato
campo d’ azione a una destra, incolta e spesso plebea sul terreno culturale.
Si castrava da solo e continuava a gridare "al lupo, al lupo!", contro
il nemico alle porte.