La
città si imbelletteva. La domenica mattina era come una ragazza al sabato sera,
truccata e preparata alla festa. Così, per poche ore, mostrava la sua parte
migliore, si lasciava sfiorare, lasciava il suo profumo per le strade d’improvviso
sgombre d’auto e colme di gioia e di voglia di fare. L’assessore,
soddisfatto, scorreva su e giù per il Corso, mostrandosi a tutti come una
ragazza sul cubo. "Che pucci pucci!", pensavano i cittadini, che quasi
volevano pettinargli i riccioli. Poi tornava il lunedì e la città rimostrava
il suo volto di sempre, come una giovane sfatta e corrotta. I buoni di ieri
reindossavano l’armatura sporca di smog e di nafta e si immergevano nella
giungla. Chi avesse provato a ripercorrere in bici le strade prima vuote sarebbe
ritornato a casa livido o verde, con strane macchie sulla pelle. E, con una
stretta alla gola, avrebbe mormorato sconvenienti parole nei confronti dell’assessore
della sola domenica.