"Ciak, si gira!", aveva gridato
il regista D’ Ambrosio, e l’aiuto Aurisicchio aveva avviato le riprese.
Sulla scena diessina della città si agitavano figuranti senza testa, mediocri
comparse, teatranti raccolti qua e là. Era un film a puntate: "Il nuovo
segretario", il solito sceneggiato travestito da grande storia. Tra gli
interpreti di qualche peso non mancava l’ attor giovane, che recitava solo se
il regista gli sillabava la battuta, o l’ex prima donna, nella parte del
maggiordomo. Gli sceneggiatori, intanto, riempivano copioni con battute
strappate dai cestini dell’immondizia e le sarte ricucivano gli strappi sulle
giacche dei personaggi da votare. C’erano anche, sulla ribalta, ragazzi leali,
come Erika e Roberto, le cui idee e la cui voglia di cambiare erano usate solo
per i titoli sui manifesti da esporre al pubblico. Infine un cupo brindisi, dopo
la proclamazione, e tutti a casa, in attesa della prossima chiamata..