Gerardo Bianco era un buon padre di famiglia. " Prima la preghiera!",
diceva con tono bonario alla tavola del centrosinistra. Ma i commensali non l’ascoltavano,
intenti com’erano a rubarsi la sedia e ad avvelenarsi le pietanze. " Non
mettetevi le dita nel naso!", provava a dire, con voce sempre gentile,
mentre in fondo si fucilavano e si scotennavano. " Usate il coltello e la
forchetta!", continuava, mentre in un angolo si vomitavano addosso. "
Non appoggiate i gomiti sulla tavola!", ribadiva quieto, mentre a fianco a
lui camminavano con i piedi nei piatti. " Prima della frutta, leggiamo
qualche letterina di buoni pensieri per il futuro!", chiedeva alla ciurma.
Era allora che, a tavola, cadeva un silenzio tombale. "Pensieri? E che
saranno? Idee? Ma č roba che si mangia? Progetti? E chi ne tratta?", era
il coro che veniva poi da tutte le parti. E riprendevano a scannarsi, mentre
Bianco invitava tutti, con garbo, a usare almeno il portatovagliolo.