C’erano specie, sottospecie e generi. Di che specie era un assessore che, per
mesi, era quasi sparito dalla zona dei Platani e che, a lavori ultimati solo per
intervento diretto del Prefetto, si piazzava davanti alle telecamere per
appuntarsi medaglie sul petto? Gli scienziati lo inseguivano, per analizzarlo al
microscopio. In quale orto era stato allevato? Aveva branchie o polmoni? Era
erbivoro o carnivoro? Il fatto che si gonfiasse mentre parlava, a quale famiglia
lo collegava? E Morano, il direttore dei lavori, da quale album di foglie era
volato via? Ora si prospettavano giorni di festa, per i Platani. Erano stati
portati a termine i lavori del secolo, da ricordare con una lapide su ogni
albero. La giunta avrebbe tenuto sette serate di banchetti e spogliarelli,
offrendo champagne a tutti. L’ultima sera, a mezzanotte, l’assessore da
sopra un albero avrebbe concluso i festini, giurando tra le lacrime: "
Dunque anche io esisto, anche io sono!".