Gianni
aveva appena compiuto diciotto anni, e non sapeva. Non sapeva che quando lo
Stato era crollato insieme al terremoto era venuta fuori un’altra Italia, di
piccole persone normali, che erano accorse, da ogni parte del Paese, senza
condizioni, a dare una mano, ad offrire il proprio aiuto. Non sapeva che era
stato un tempo straordinario e glorioso, di un comune sentire, di un comune
soffrire, di un comune lottare. Poi erano giunte accuse, recriminazioni ed odi.
E Gianni vedeva che il Nord e il Sud erano tornati a guardarsi con diffidenza, e
lo facevano ancora. E gli sembrava di capire che, dentro il nord e dentro il
sud, molti lavoravano ancora per accentuare divisioni e per scavare abissi. Ora
occorreva che Gianni sapesse che nessuna Lega, nessuna camorra poteva cancellare
ciò che era stato e che la risposta era ancora nelle sue mani, unite a quelle
che si erano tese allora, a quegli occhi che avevano visto l’apocalisse.