I diessini scavavano. Erano arrivati in città terra terra e neppure volevano fermarsi. Era in corso un
assalto furioso ai negozi di ferramenta, per armarsi di pale e di picconi."
Più giù, più giù!"era il motto del giorno. Ma non avevano la torcia
elettrica sull’elmetto, non cercavano idee preziose: procedevano a tastoni nel
buio, tra schizzi di fango. Dopo le ultime mazzate, sembravano aver smarrito la
propria identità." Cane!", dicevano, indicando un gatto.
"Mare!", giuravano, additando l’acqua del bidè.
"Assessori!", dichiaravano, segnalando Pucci Bruno e Abate. Sette o
otto anime si contrastavano a furia di raccolte di firme. Non era più un
partito, ma una cassetta di frutta mista. C’erano i pomodori rossi contro i
rosa, le percoche avvizzite contro le transgeniche. Nella fretta, correvano il
rischio di scegliere qualche mela bacata, un frutto marcio.