D’
Ambrosio rileggeva le lettere. Le aveva trovate tra vecchie cianfrusaglie, in un
libro di Lenin: " Stato e conciliazione" o" Stato e
rassegnazione", o qualcosa di simile. La prima era datata 1970 e
indirizzata a Ciriaco De Mita. Era una letterina di Natale, con la polvere di
stelle. C’era solo una parola, in stampatello: "Abbasso!". Erano
trascorsi così, su questo pensiero breve, gli anni ’70. Poi, nel Natale del
1980, appena dopo il terremoto, la letterina dalla tenda sotto la neve del Pci
era stata:" Abbasso abbasso!!" e via così per tutti gli anni ’80.
Nel Natale del ’90 già Michele aveva, da onorevole, uno scrivano personale. E
quello, nella lettera sotto la quercia, aveva scritto "Abaso!" per
errore, e su quella svista si era consumato il decennio. Ora spirava un vento
nuovo. "ABBASSO!!", tutto maiuscolo, era l’ultima letterina, dalla
stanza dei bottoni, e il partito si preparava con queste novità alla marcia
dentro il nuovo millennio.