"Che
meraviglia!", sognava Di Nunno. Girava con l’assessore Bruno per le vie
della città, nel traffico impazzito."Che teatrone sto completando!",
si commuoveva da solo, mentre due automobilisti si sparavano a un bivio per la
precedenza. "E la città ospedaliera? Che portento!", si autoeccitava,
mentre otto auto si cozzavano ad un sorpasso per un semaforo. "E la
piscina? Che schianto!", si diceva nello specchietto, mentre si
raccoglievano i resti di due vigili soffocati dallo smog. " E il progetto
per Quattrograne? La fine del mondo!", esclamava, ormai alle lagrime,
mentre gli elicotteri salvavano due conducenti bloccati nel traffico e due
pedoni finivano sotto un filobus. L’assessore, intanto, taceva. "Perché
solo un generale, per i vigili?", pensava. E sognava almeno un capo di
stato maggiore, un comandante generale delle forze armate, un presidente della
repubblica, per regolare il traffico di tre strade, una piazza e due vicoli.