Il
centrosinistra affrontava il primo incontro culinario. Enzo Venezia aveva
cucinato di persona il ragù,condito con un’erba miracolosa, l’ erba
"eleggimi eleggimi". Tra una portata e l’ altra si doveva decidere
di un paio di enti e di tre presidenze. D’Ambrosio faceva prima assaggiare
ogni pietanza ad Angelo Giusto, perché aveva paura di essere avvelenato dai
popolari. La De Simone, invece, spiluccava di qua e di là, ma solo per gradire.
Era addirittura pronta a fare la scarpetta nel piatto di Maselli, ma si
tratteneva per educazione. I democratici, con il loro motto" né, né"
correvano il rischio di rimanere in piedi. Gli altri commensali erano lì per
spostare le sedie e recuperare le briciole. Al brindisi, l’amara sorpresa: De
Mita aveva fatto sparire i bicchieri. E mentre Mario Sena e Zecchino si
arrangiavano con le mani a "coppetiello", D’ Ambrosio, per la
rabbia, bestemmiava contro il tiranno e beveva direttamente dalla bottiglia.