Che
bisognava fare, per sopravvivere! Per Maria Teresa Cipriano erano stati mesi di
dolore e carestia. Dopo l’esperienza di assessora provinciale, dopo che le
luci erano state accese su di lei giorno e notte, dopo il tempo dei balocchi e
dei profumi, era arrivato l’oblio più cupo. " Mi faccio monaca!",
aveva pensato disperata, ma non aveva trovato il coraggio per quel passo di
ascesi. Allora, dopo un travagliato peregrinare, si era scoperta ambientalista.
Ora girava, pallida e dimessa, sofferente nel viso e scarmigliata, a
propagandare il verbo dell’antinquinamento. Ovunque scorgesse un antenna,
ovunque sentisse suonare un cellulare, arrivava, come un soldato dell’
esercito della salvezza, a spiegare, vietare, ravvedere. A vederla, Di Nunno era
assalito da desideri alla Erika e Omar. Ma la Cipriano, implacabile, continuava
a denunziare l’eccesso di campi elettromagnetici nella città, alla ricerca
della telecamera perduta.