Arrivavano da tutto il globo. Erano tecnici, allenatori,
giornalisti sportivi. Dall’ Uruguay all’ Argentina, dal Camerun alla
Nigeria, si erano precipitati sugli aerei, sui treni, su ogni mezzo di fortuna,
per venire ad Avellino a conoscerlo di persona. Ogni settimana, agli ingressi
degli studi di ITV, le folle si accapigliavano per vederlo. Più spiritoso di
Biscardi, più magro di Tosatti, più telegenico di Piccinini, era lui, Egidio
Foletto. Era nata prima lui o la televisione? Esisteva ancora quando le
telecamere si spegnevano? E soprattutto, qual era il suo pensiero? Si poteva
ascoltarlo affascinati per ore e chiedersi alla fine: ma che ha detto? Si
potevano registrare i suoi interventi, senza riuscire a coglierne il senso, più
misterioso dei segreti di Fatima. Ma che contava? Egidio era Egidio: tutti erano
passati, ma lui era sempre in piedi, a ripetere implacabile ogni lunedì sera la
sua estasi del nulla.