De
Mita rilanciava il dialogo. Al primo lancio, aveva mandato tutti i suoi alleati
all’ospedale. Ora girava per le corsie, con il fido Pennetta che gli reggeva
le cartelle cliniche. Ad uno controllava le pulsazioni, ad un altro, con la
faccia cadaverica, fingeva di regalare una carezza, ad un terzo, agonizzante,
garantiva le scarpe per l’ultimo viaggio. Per ognuno aveva una buona parola e
una raccomandazione con il becchino. " Frattura cranica multipla!"
annunciava l’infermiere Vanni Chieffo vicino al lettino dei diessini. "
La presidenza dell’Asi e tre supposte di glicerina!", dichiarava il
luminare nuscano. "Ematomi diffusi da sgambetti!", era la diagnosi per
Di Nunno." Impacchi di camomilla e in piedi per una nuova
processione!" ordinava il gran maestro. Solo al lettino di Enzo Venezia
aveva avuto uno scatto. "E’ morto?". " No, si muove
ancora!". "Sotterratelo vivo!", aveva intimato agitando il
bisturi, ed era passato oltre.