"Zitto
tu!" diceva Pennetta a Di Nunno."Zitto tu!", diceva D’ Ambrosio
a Di Nunno. Quel sindaco non la voleva proprio far finita: continuava a pensare
con la testa propria. Aveva preso questo vizio da ragazzo e non l’aveva più
perduto. Ora dichiarava che bisognava smetterla con quel mercato delle vacche
che era diventato il tavolo di centrosinistra. Sbagliava. Le vacche erano ormai
tutte libere e sgambettavano pazze per i prati. Eppure c’era ancora chi
diceva" zitto tu!", chi ancora si illudeva che il mondo dipendesse
dalle sue parole. C’era ancora chi pensava che sindaci, intellettuali,
cittadini, dovessero mettersi come cani a cuccia davanti all’uscio dove pochi
decidevano per tutti. Cosi il popolo di centrosinistra, muto e in riga, doveva
affidare il suo destino alle risse da bettola dei suoi rappresentanti, mentre
gli unni bussavano alle porte, pronti a sfasciare la Costituzione e i diritti
dei lavoratori.