Dunque,
l’enigma era sciolto. Non era per i calcoli di D’Ambrosio o per i salti
mortali all’indietro di Pennetta che il centrosinistra non decollava. Non era
per il nuovo gioco del dentro e fuori di Enzo De Luca che tutto si era bloccato.
La colpa era solo di Rinnovamento Italiano e del PcdI, che facevano le bizze
perché nessuno li curava. Si viveva di queste cattiverie. Anche a Santinelli,
rappresentante del nulla, una sedia era garantita, una matita e un foglio non
erano negati. Ai seguaci di Dini e alle truppe di Cicchetti, invece, nessuno
dava retta. Eppure dal loro 0,00000003% potevano dipendere le sorti del paese e
l’avvenire dell’Irpinia. Per fortuna Di Nunno si era impegnato a fare loro
un appello, affinché rientrassero. In fondo non c’era da preoccuparsi:
bastava far finta di aprire la bocca e di schiudere la busta del mangime per i
piccioni e gli eroici dissidenti sarebbero subito svolazzati a casa.