Il
mago Merlino scrutava nella sfera. Intorno a lui si era fatta una piccola folla,
che aspettava il responso. Era buono o cattivo, il principe Bassolino? Erano
dettate dalla giustizia o dall’inganno le nomine che aveva fatto nel regno?
Dentro e fuori le bande che governavano l’Irpinia il dibattito era alto. Tra
tutti si era fatto notare per le alte grida e i lamenti Giusto, il signorotto di
Fontanarosa, costretto, dopo le glorie del governo, a vivere quasi solo a pane
ed acqua. " E il vino? E il pollo?", sbraitava, accusando, dall’alto
dei suoi centoventi chili, il regio governatore di affamare le popolazioni delle
zone interne. " Ingrato! Spergiuro!", gli rispondeva la contessina D’
Amelio, che per il suo principe avrebbe fatto tutto. Così, mentre Merlino
cercava, tra le ombre dense, di capire la verità, dietro di lui i membri della
stessa banda si pugnalavano, per strappare il cuore o una medaglina al merito
del grande capo.