Era rimasta libera solo l’asta della bandiera. Alla Provincia orde fameliche invadevano tutte le stanze. Prima era stata l’ Udeur, a bussare all’ incasso, ora era il turno dei verdi alla Di Fronzo. Gli impiegati, la mattina, trovavano segni di morsi sulle scrivanie, strappi alle tende, fogli di carta divorati. Ad incrociare uno dei millepiedi o delle termiti alla ricerca di un nuovo assessorato si rischiava la pelle. Cominciavano con uno strappo alla camicia, si affannavano ad ingoiare tutti i polsini in giro, ma alla fine si accontentavano anche di qualche mutanda sporca, purche’ garantisse prestigio e potere. "Vogliamo contare di piu!’", chiedevano i verdi aumma aumma. Sulle grandi emergenze ambientali non avevano nulla di serio da proporre, ma per un spazio libero in giunta, anche ad ore, erano disposti a tutto. Per fortuna Maselli era ormai un uomo dalle mille braccia, e la Provincia sembrava una casa aperta. C’era ormai posto per tutti: verdi, Udeur, buone donne, militari e ragazzi.