Finalmente D’ Ercole ce l’aveva fatta. Da quando era caduto dal cavallo di assessore regionale, alla corte di Rastrelli, per l’ esponente di AN erano stati giorni di lagrime e di angoscia. Aveva provato a recitare la parte del feroce oppositore in consiglio comunale, ma si era arreso subito, perche’ le urla e gli strepiti di Di Nunno-Bonomelli erano imbattibili. Aveva provato a rimettere piede nel Partito, che aveva usato per stendipanni per mesi e mesi, ma feroci oppositori interni gli avevano chiesto il rendiconto, minacciando di non ricandidarlo. Alla fine, ecco l’ oasi, l’eden, il paradiso: i concorsi delle miss, l’ avanspettacolo. Dovunque sfilassero fianchi e coscioni, D’ Ercole era presente. Era ormai il principe delle passerelle, il re delle premiazioni. Con il suo sorriso a 80 denti, passava il tempo a incoronare fanciulle svampite, a proclamare reginette di condomini e di rioni. E finalmente, tra bonazze tutte tette e svanitone sculettanti , anche lui aveva ritrovato il suo posto nel mondo.