Giovanni guardava un punto davanti a sč. Oltre le casse, oltre le scritte della pubblicitą, oltre i carrelli vocianti. Guardava, senza riuscire a vedere nulla. Lo teneva una rabbia cupa, una disperazione improvvisa. Questa volta non riusciva a crederci. Erano due anni che si sentiva un fuscello in mezzo al mare, una piuma sbattuta di qua e di lą da speculatori furbi, burocrati da strapazzo, imprenditori improvvidi, sindacalisti al traino, amministratori arruffoni, avvocati azzecacarbugli, commercianti meschini. Poi, per qualche mese, si era sentito una persona a posto, capace, con il suo lavoro, di decidere della sua vita. Ora bisognava ripartire da zero, anzi da sottozero. E di nuovo sarebbe stato un punto sperduto in un oceano di false parole, di vaghe attese, di promesse bugiarde. E nessuno dei responsabili di quello sfascio si sarebbe mosso dal suo posto.