Si sentiva in giro una puzza. Era canfora, naftalina, odore putrefatto. Erano i morti che risorgevano dalle tombe, i malfattori che tornavano alla carica. Non che si fosse gia’ al furto e al saccheggio, come nei tempi belli. Ma era un’onda nera e molliccia che si allungava, urtava contro gli argini, li sorpassava, si diffondeva lenta dappertutto. Erano ancora piccoli segni: capricci, sfizi, voglie di riprendere vecchi ritmi, crampi alle mani lontane dal bottino, conati di vomito di stomaci costretti al digiuno. Intanto ricomparivano in giro facce di bronzo, e discorsi di piombo ripercorrevano l’atmosfera. Dai palazzi che avrebbero dovuto comprare grandi ventilatori per purificare l’aria, il Comune, la Provincia, non venivano segnali di vita. Forse mancava la corrente, o qualcuno aveva gia’ fatto sparire le ventole.