Maccanico sbarcava altrove. La coalizione del "Nuovo Ulivo Tricolore tutti insieme per l’Italia riformisti forza lupi ohè ohè" decideva di candidarlo in un altro collegio. Era il minimo, perché di Avellino il ministro più inutile del governo aveva dimenticato perfino l’esistenza. E ora, a chi sarebbe toccato? Al povero Anzalone, la Giovanna d’Arco della politica irpina? O a Di Nunno, che studiava da mesi da deputato? Oppure si poteva pescare nelle quarte file: perché non Adiglietti, ad esempio, o il capousciere del Comune o il tabaccaio in piazza? Perchè negare il sogno ai primi e agli ultimi? La lotteria era appena agli inizi e si annunciava coinvolgente, più misteriosa del segreto di Fatima. Molti erano già disposti a travestirsi da pastorelli per giurare di avere avuto le visioni. Altri, i soliti, si accontentavano di truccare le carte.