La notizia era stata un’esplosione."De Luca si e’ dimesso!". In un lampo tutta l’ Irpinia era stata solcata da una scia di applausi. Solo all’ Alto Calore i portaborse e gli slinguetta erano crollati in un mare di lagrime. "L’ha fatto, l’ ha fatto!", gridavano gli altri, increduli , nei partiti, nei bar, nelle salumerie, nei bagni pubblici. Ma l’illusione era durata un attimo, come le speranze su Di Nunno. Il dimesso non era Enzo, il Guinnes della politica irpina per numero di cariche, ma un altro, tal Franco, di tale Cdu, assessore con un tale Maselli. Era per una questione di confine del suo pollaio tra Polo e centrosinistra, o per bruciare un tale Sorvino , che gia’ si era accoccolato per depositare le sue uova. All’equivoco era seguito uno sconforto terribile, perche’ il miracolo non era avvenuto. Enzo De Luca resisteva eterno, come l’umido sui muri, come un tic inguaribile.