I Fioretti erano gente strana. Doveva essere per la professione di oculista, che li costringeva a vedere chiaro. Il capostipite, Enrico, missino da sempre, si era fatto conoscere per le sue qualità di consigliere comunale. A volte capitava che gli uscieri lo dimenticassero in qualche stanza, intento ad approfondire una delibera, a risolvere un problema, a dare, senza acrimonie, il suo contributo. Era l’opposto della destra sguaiata e rumorosa che oggi trionfava. Il figlio, Felice, doveva avere la stessa malattia. In Consiglio provinciale misurava i vestiti a Maselli, con i suoi interventi puntuali, che infastidivano i trafficanti nell’ombra. Infine, Dio mio!, era sceso in piazza tra gli operai della FMA, sotto le odiate bandiere rosse. E a chi gli aveva manifestato la sua meraviglia, aveva risposto facendo spallucce, mentre a stento si tratteneva dal cantare: " Avanti, popolo!"