Arrivava Natale. Nel presepe mancava solo Gesù Bambino. La premiata ditta che preparava pezzi nuovi e originali, quest’anno, aveva prodotto mirabilie. Fresco fresco, c’era il giornalista aggredito e malmenato, sul lettino d’ospedale, ma il lettino era a parte. Pezzo unico era anche il presidente della banca con la bomba dentro casa, ma il fumo era optional. A san Gregorio Armeno era di moda il prete ribelle con la scritta "Sospeso a divinis", che si poteva appendere proprio sopra la grotta. La terracotta del vescovo che l’aveva sospeso, quella non era pezzo unico. Lì, in quell’angolo scuro, si poteva mettere qualche pastore addetto allo spaccio, tra il fumo degli spari e, più in fondo ancora, qualche statuina di profugo nascosto a vivere nello squallore dell’ex Mercatone. Poi si potevano scegliere come bue ed asinello due a piacere tra i tanti che ragliavano nel centrosinistra e sperare che Gesù nascesse, anche in quest’anno triste e scuro.