"Alea iacta est!" aveva detto Gargani. "Il brodo è pronto!", aveva tradotto Sibilia, il nemico numero uno. " La porta !", gridava intanto Criscitiello, che era entrato in Forza Italia e non riusciva più a uscirne, perché Buonaiuto, per vendetta, lo aveva chiuso nello stanzino. Tra gli azzurri regnava l’incomunicabilità. Setto o otto fazioni si affrontavano senza tregua, per arrivare al controllo del partito. Gli armistizi duravano un attimo, e subito riprendeva la giostra.Ognuno faceva riferimento a Berlusconi e aveva incollato nella propria stanza un manifesto del leader: Berlusconi con le trecce, Berlusconi con i bigodini, Berlusconi con il rossetto. Gargani, nostalgico, aveva truccato Berlusconi da De Mita, facendolo diventare calvo. In mezzo a questa musica il segretario Castelluccio parlava ormai alle sedie e agli attaccapanni, in vana attesa che qualcuno lo riconoscesse esistente in vita.