Concita De Vitto faceva palestra. Per non farsi vedere, aveva affittato lo spazio di un’ora tutto per lei. Arrivava, con la sua tutina gialla, con la foto di Mastella avanti e dietro, e faceva flessioni su flessioni. Nel silenzio della sala, gli specchi riflettevano solo la sua immagine, e rimandavano i suoi lamenti da un angolo all’altro. L’ altra volta un posticino nel listino l’aveva trovato, e si era trovata in Paradiso, alla Regione, quasi per miracolo. "E ora?", dichiarava addolorata mentre sollevava i pesi. " E chi mi aiutera’?", guaiva mentre provava a rassodarsi con gli addominali. " Clemente, Clemente, apri le tue braccia!" gridava mentre si cimentava nei dorsali, Alla fine dell’ora, sudata e sfibrata, si abbandonava sul tappeto. E spesso i clienti delle ore successive la trovavano addormentata, mentre parlava nel sonno da sola, sognando di essere rieletta.