Nello splendido castello di Bisaccia circolava la leggenda di un cavaliere che andava in giro sul suo cavallo con la testa sotto il braccio. Dopo secoli, i suoi passi risuonavano ancora nella valle, suscitando angoscia e paura. Altri cavalieri, che avevano perduto la testa, avevano attraversato l’Alta Irpinia negli anni del terremoto. Molti erano furfanti, che avevano invece giurato di avere la testa attaccata sul collo; molti erano avventurieri, che avevano spostato veloci la testa da un braccio all’ altro, per ingannare i poveri cristi. Qualcuno, per fortuna, era sceso da cavallo e si era rimboccato le maniche. Alla fine i paesi erano cambiati. Diverse comunità erano state smembrate, in terribili periferie senza vita; altre erano riuscite a conservare e a rinnovare il senso di un’appartenenza antica. Ora si poteva solo ricordare in silenzio i propri morti e sperare di non sentire mai più propagarsi, nelle vallate, l’eco di quei passi.