Doveva esserci un equivoco. Doveva essere un errore della stampa e delle Tv. Continuavano a sostenere che la città, in fondo in fondo, ma proprio in fondo, un assessore al commercio lo doveva pure avere. Ma era una burla, una barzelletta per far ridere. Nell’ anno 2000 del Signore, quando in città chiunque poteva arrivare, aprire, chiudere, vendere, svendere come più gli faceva piacere, quando d’un colpo sparivano la Standa e L’ Ipercoop e tutte le regole erano stravolte, cosa serviva un assessore al ramo? A dire grazie, prego, si accomodi, io non c’entro? Ad alzare le mani in alto? A fare qualche dichiarazione blablablì? A sorridere come un fringuello? Dunque, era una falsa notizia. Di assessori, non ce n’erano. Quel giovanotto, Gengaro, faceva finta, recitava la parte, consumava aria, teneva compagnia a Di Nunno: ma con il commercio, davvero, non c’ entrava nulla, proprio nulla.