Il futuro si riapriva. Meccanici, sarti, cubiste, baby sitter, si riavvicinavano alla politica. L’ elezione di Silvano Bello a segretario cittadino dei Ds rimetteva tutto in discussione. " Anch’io, posso!", sospirava il giovane ambulante ai Platani. " Anche per me, c’e’ posto!" mormorava il fioraio di Piazza del Popolo. Finalmente la democrazia si realizzava compiutamente. Chiunque poteva essere elevato ad alto incarico. Cosa serviva, per arrivare a tanto? Saper leggere, scrivere, far di conto? Saper dare l’ acqua alle piante? Saper rispondere a telefono? Gli uscieri, i pecorai, i geometri, i venditori porta a porta, non erano piu’ nei panni. Dai diessini veniva un insegnamento alto, era tracciata una pista. Molti provavano a passare e a ripassare sotto la sede del partito, nella speranza di essere eletti almeno nella segreteria.. La folla, tutta, ardeva dal desiderio di provare. Tra poco si sarebbe proceduto ai dadi o con la monetina per l’elezione del sostituto di Aurisicchio, il segretario nato morto.