Si viveva di rinvii. " Ma De Mita è tornato cattivo?", chiedeva ogni mattina Aurisicchio, il cupo segretario diessino. E alla risposta negativa, dava la testa nel muro e rimandava. " Ma è contro il centrosinistra?", chiedeva di nuovo, con quell’unica speranza. E quando gli dicevano che ne era invece un convinto sostenitore, si stringeva la corda al collo, faceva prove di soffocamento, e rimandava. " Ma almeno è dalla parte di De Luca?", implorava tra le lacrime. E quando sapeva che lo aveva quasi trattato a parolacce, scavalcava il balcone della federazione, si penzolava nel vuoto, e rimandava. Aveva un solo pensiero: De Mita. " Ditemi che ci odia, che è un nostro nemico giurato!", chiedeva in ginocchio il segretario diessino, che a quello schemino aveva ispirato tutta la vita. E quando scopriva che non era così, per il terrore di dover esprimere un pensiero diverso si scavava un buco, si copriva di terra, e rimandava.