Bassolino cantava la ninna nanna. Erano giorni che girava ai bordi del lettino del centrosinistra in coma, per risvegliare lo schieramento dal letargo in cui era caduto. "Miracolo!" avevano pensato tutti all’inizio, osservando chi alzava una palpebra, chi muoveva una mano, chi induriva il muscolo. Poi tutti erano subito ricrollati nel loro stadio di morte vegetale. Tonino avrebbe voluto imbracciare un megafono, urlare, rompere i timpani. Ma per ora non poteva. Si limitava a sussurrare: "Fate una mossa, un sospiro, almeno un fischio!". Ma chiunque si stendesse sul lettino, dai diessini ai popolari, era solo una processione di cadaveri che fingevano di essere ancora vivi. C’erano poi i piu’ furbi, i medici che si fingevano premurosi ma scioglievano veleni e sonniferi nei bicchieri. Cosi’ Bassolino continuava a implorare un miracolo, e intanto si tappava il naso, per non essere travolto dal fetore che si alzava da quel sudario.