I truccatori erano richiamati al fronte. Per gli enti di servizio, era di moda la riesumazione. Circolavano, per le nuove nomine, nomi di defunti barattati per vivi. Dal Ppi ai diessini era la caccia alla salma non ancora putrefatta, al morto ben stagionato, alla spoglia conservata in frigorifero. I truccatori arrivavano, con quintali di trucco e di rossetto, e a questo confezionavano una guancia rossa, a quello uno sguardo vivo, all’altro un sorriso smagliante. Nell’ombra, intanto, fedeli scrivani preparavano falsi attestati di competenza al ramo, chilometriche patenti di esperienza nel settore. Alla fine i candidati apparivano sulla scena, con le braccia ciondolanti, pronti ad essere barattati per novità o per usato garantito. Dall’alto i soliti direttori d’orchestra, con fili invisibili, muovevano loro le mani, li piegavano all’inchino, soprattutto spingevano la loro testa a dire gli usuali eterni sì.