I diessini scrivevano a Di Nunno. Adiglietti e Bellizzi avevano preso la penna e il calamaio e avevano messo nero su bianco: " Mio caro Totonno, va bene tenerci in maggioranza per levare la polvere dalle delibere, va bene usarci per svuotare il cestino delle carte, va bene portare a spasso Gengaro, ma perché a noi le nomine no?". E, dopo un attimo di esitazione, avevano ripreso:" Tu, per l’Ati, hai fatto il nome di Venezia. Ma anche noi sappiamo leggere come lui, in più qualcuno sa anche scrivere e Giordano sa anche portare il pullman. Ma a noi non ci pensa proprio nessuno!". Qui Adiglietti e Bellizzi si erano fermati, travolti dalla commozione. Poi, dopo essersi aggiustato il collare, avevano concluso:"Non provocarci, mio caro sindaco, non farci arrabbiare, altrimenti vedrai che succede. Lo sai che potremmo anche far finta di uscire dalla maggioranza? Firmato: Totò Adiglietti e Peppino Bellizzi ".