De Mita faceva le fusa. Si allungava come un gatto sotto le carezze dei suoi alleati, strisciava con la coda sul vestito dei diessini, dichiarandosi disposto a tutto. Nel centrosinistra era scoppiata la pace. La riunione era cominciata con un certo ritardo, per le moine dei partecipanti. "Entra prima tu!" aveva detto Pennetta ad Aurisicchio. " Prima tu!"; aveva ripetuto Di Nunno a D’ Ambrosio, e con quei balletti per un pò erano rimasti tutti davanti alla porta. Poi, per quattro ore, gli ex nemici si erano odorati mani e piedi, fino a che un urlo:"Il nemico è alle porte!", aveva sciolto il gelo. La sala, allora, si era liquefatta in lacrime e in abbracci. In chiusura qualcuno, per la prossima fine d’anno, avrebbe voluto buttare dalla finestra le cose vecchie per festeggiare l’anno nuove, nel terrore di tre quarti della sala. All’uscita Enzo Venezia, per la gioia, aveva acceso un tric trac , procurandosi ustioni multiple e temporanea cecità.