Il sovrano delle zone selvagge del regno russava. La caccia, come al solito, aveva dato buoni risultati. Nel carniere erano finiti, questa volta, il falcone dell’ ente per costruire le case per il popolo e qualche piccola pernice. I servi che gli avevano pulito con la lingua la sella, che si erano messi a schiena curva e a mani tese per reggerlo quando scendeva da cavallo, erano accontentati. Ogni vassallo aveva avuto la sua parte, da quelli più fedeli, a cui era andata la cacciagione più succulenta, ai garzoni dei cespugli minori, che avevano spulciato la coda del suo cavallo per un posticino nella confraternita. Poi, dopo aver deriso quelli contro la caccia e preso a calci nel sedere i messaggeri di pace, era salito con i piedi sulla tavola per dimostrare chi fosse il padrone della tovaglia e dei tovaglioli. Infine, sazio, si era addormentato, mentre i servi, intorno, si giocavano a dadi le mance e la carità ricevuta