GIULIANA FREDA: DA GAETANO VARDARO AL CENTRO GUIDO DORSO

 

Con i libri e con gli intellettuali Giuliana Freda, responsabile della segreteria del Centro di ricerca Guido Dorso, ha avuto a che fare da sempre. A partire dai suoi genitori: Italo, professore di storia e filosofia,  una delle figure pi prestigiose del PCI irpino e capogruppo al consiglio comunale del capoluogo per decenni, e Dolores Del Gaudio, insegnante di Materie Letterarie nel ginnasio del Colletta. Solo in vecchiaia i due professori hanno raccontato alla figlia la nascita del loro amore, nell Avellino degli anni 30. Il giovane Italo, originario di Prata, aveva chiesto ai suoi di poter frequentare il liceo nel capoluogo, e un ferroviere antifascista, Umberto Moriconi, che era stato licenziato dal regime, lo ferm per la strada e gli propose di venire in affitto a casa sua. Il ragazzo accett e fu trattato come un figlio. E fu in quel palazzo che egli vide per la prima volta Dolores, quasi coetanea, mentre scendeva le scale cinque a cinque e si avventurava, bellissima, per le strade della citt. Fu amore a prima vista. E fu, per inciso, in quella stessa Avellino che, qualche anno dopo, Italo, membro del GUF ( Giovent Universitaria Fascista) prov a porsi in contatto con un avvocato che svolgeva in fiera solitudine il suo lavoro, Guido Dorso, avendo saputo del suo impegno culturale prima della dittatura. La risposta fu il silenzio di Dorso e una dura reprimenda del segretario provinciale del GUF, Fausto Grimaldi. Giuliana nacque da quellamore molto pi tardi , nel 1954, la pi piccola di tre figli, e visse la sua adolescenza in un ambiente colto, laico, rigoroso, nel quale la severit era temperata da una costante capacit di ascolto. E fu in casa sua che, ancora ragazzina, rimase colpita da un giovane , Gaetano Vardaro, di cinque anni pi grande di lei, intelligente e inquieto, fragile e brillante, che veniva spesso a trovare sua madre Dolores, che era stata sua prediletta insegnante al Ginnasio.  Si ritrovarono pi tardi, nelle ansie di rinnovamento politico dei primi anni 70, e vissero poi insieme la straordinaria avventura culturale di Arci Musica Incontro. Una stagione irripetibile, con nomi prestigiosi della musica classica, jazz, del teatro, da Luigi Nono a Maurizio Pollini, da Claudio Abbado a Giorgio Gaslini, i quali si mossero gratuitamente, colpiti dall entusiasmo e dallintelligenza di quei ragazzi che volevano portare la modernit e il fervore del mondo nella loro piccola citt. E a Gaetano Vardaro si deve anche il concerto di Lou Reed ad Avellino nel 1981 , che fece epoca, sollev entusiasmi e contumelie, scosse il letargo e il grigio perbenismo imperante. Giuliana rivel subito  il suo carattere, schivo e timido, non amante delleccessiva esposizione mediatica, ma insieme risoluto e testardo. Tutto si reggeva sull attivit inesausta e appassionata di loro due e di Giovanni De Luca, un amico di grandi capacit organizzative. Giuliana, intanto, dopo una brillante conclusione degli studi liceali, si era iscritta a Filosofia, ma furono la politica e limpegno culturale a occuparle ogni spazio vitale. Lei e Gaetano erano giovani comunisti: entrambi per furono lentamente emarginati, perch il PCI non seppe cogliere il valore innovativo dellesperienza di Musica Incontro e ignor o osteggi quel gruppo troppo libero, troppo audace, con lo sguardo rivolto al futuro. Tutti, specie Vardaro, soffrirono molto di quell isolamento. Non lasci Avellino, ma si dedic allo studio e alla ricerca, divent professore ordinario di Diritto del lavoro, si afferm come uno degli intellettuali pi coraggiosi e profondi nel suo campo a livello nazionale; poi pose drammaticamente fine ai suoi giorni nel 1988, a soli 39 anni. Cos la citt perdette una delle sue figure pi straordinarie, il migliore della sua generazione, e, con lui, una ardita possibilit di cambiamento. Una piccola luce, per, si accendeva intanto  in un ambito diverso, destinata a diventare sempre pi luminosa: il Centro di ricerca Guido Dorso. Fu la famiglia del grande meridionalista - la moglie Teresa De Silva e la figlia Elisa - il motore attivo e appassionato della nascita del nuovo organismo e del suo sviluppo, insieme alla Fondazione Feltrinelli. Gi Italo Freda aveva pi volte sollecitato il Consiglio Comunale a dare il giusto spazio alla  figura del grande avellinese. Giuliana collabor al Centro quasi da subito, e fu lanello di congiunzione tra la vicenda culturale di Vardaro e la nuova.  Gli anni 80 videro la costruzione di una biblioteca sempre pi vasta e di un progetto culturale che si sintetizz nella pubblicazione di fondamentali ricerche sullIrpinia e sul Mezzogiorno, grazie soprattutto a un instancabile e intelligente professore, Bruno Ucci, che fu il primo segretario dell ente, e ai presidenti che si succedettero: da Manlio Rossi Doria  ad Attilio Marinari, da Antonio Maccanico a Elio Sellino, a lungo vice presidente e animatore della struttura; fino allattuale, il vulcanico professore Sabino Cassese. Giuliana Freda, secondo il suo stile, lavor con passione e discrezione, ma sempre un passo indietro. Difficile ritrovare il suo nome nelle iniziative messe in piedi nel corso degli anni, nonostante fosse intanto succeduta a Ucci, dopo la sua morte, nel 1992. Con questo stile continua oggi a lavorare. La riservatezza, la tensione a operare dentro un collettivo pi che a mettersi in mostra, non aiutano a capire quanto il Centro sia legato a questa figura, cos preziosa e silenziosa, capace di una sterminata resistenza, di un lavoro organizzativo e propulsivo unico. E tutto ci con modestissimi introiti personali, date le scarse risorse disponibili -solo il Comune ha sempre tenuto fede al suo impegno economico, mentre la Provincia lo ha dimezzato e la Regione per anni sparita e solo da poco timidamente riapparsa -  fondi comunque insufficienti per gestire un Ente di Alta Cultura, con un immenso patrimonio documentario. Ora la stagione del professore Cassese sembra aprire nuove prospettive, con le continue iniziative sul terreno meridionalista che muovono nomi prestigiosi, i progetti culturali innovativi, l apertura al territorio e alle giovani generazioni. Cui va aggiunta la sua attenzione umana alle persone impegnate quotidianamente nel Dorso con grandi sacrifici personali, la sua capacit di farsi sentire costantemente vicino, nelle minute e nelle grandi questioni da affrontare. Freda ritrova probabilmente, nel  ciclone Cassese, al di l della differenza di et, i tratti di Gaetano Vardaro, la stessa volont inesausta di impegno per innalzare il livello culturale complessivo, per dotare Avellino di uno sguardo grande e vero sui problemi del presente e del futuro del nostro Mezzogiorno, mista a una intensa sensibilit umana. Ma la citt, finora, sembra poco sensibile. Lisolamento in cui il Centro opera anche fisico, nel deserto della collina della Terra, nella precariet del palazzo Victor Hugo, nel quale complicato persino svolgere la normale attivit, per il freddo e lumido che imperversano. Eppure il professore  Cassese ed Elisa Dorso, volitiva fondatrice e fervida animatrice, non hanno alcuna voglia di arrendersi. E figuriamoci se ha voglia di desistere la discreta e mai doma  Giuliana Freda, che al Centro ha dedicato tutta la sua vita.